IL CASTELLO
Il nuovo palazzo di Sigismondo doveva sorgere da una
terrazza posta alla quota di gronda degli edifici
precedenti e, appropriatamente, Valturio lo
definisce “pensile”, come i giardini di Semiramide.
E’ difficile resistere alla tentazione di attribuire
una concezione così grandiosa ad un suggerimento di
Brunelleschi.
La difesa perimetrale era affidata alla corte a mare
mentre il tiro delle bombarde pesanti si esplicava
dallo spalto ai piedi del palazzo pensile.
Per reggere il peso del progettato palazzo pensile
la struttura precedente fu irrobustita con tre
poderosi muri trasversali su archi e pilastri
collegati da volte a botte, costituendo uno zoccolo
basamentale di immensa robustezza.
L’intervento di Sigismondo conferì al castello
un’enorme capacità di resistenza ai colpi
d’artiglieria, mediante la costituzione di
terrapieni contenuti fra le due muraglie attorno a
tutto il cassero centrale.
Il palazzo costituito da Sigismondo, che si affaccia
sulla “Corte del Soccorso” è correntemente
denominato “Ala di Isotta”, dal nome dell’amante,
poi moglie, di Sigismondo, e si articola su tre
piani, di cui uno seminterrato. L’ala di Isotta
mostra uno schema distributivo diffusissimo nei
castelli europei : a pianterreno la sala e la
cappella, al piano nobile un’anticamera e la camera
signorile. Forse era previsto come residenza
provvisoria, in attesa della costruzione del palazzo
pensile.
Resti di pittura murale nelle parti più protette
delle mura della Corte del Soccorso. Il castello era
interamente imbiancato con latte di calce, sia per
estetica che per proteggere le murature dalle
intemperie. Secondo la descrizione di Roberto
Valturio, la prima porta era colorata in verde e la
successiva quella attuale, in rosso. Tracce di
colorazione rossa sono ancora visibili anche tra i
beccatelli della torre portaia.
Dalla camera “di Isotta” una scala sale alla
terrazza superiore ed un passaggio nel muro esterno,
largo tre metri, conduceva ad un balcone che copriva
quasi tutta la parete sud-est del palazzo. I
particolari costruttivi del balcone sono
perfettamente riscontrabili nelle tracce murarie
sulla parete.
Fonte :
Il Resto del Carlino - Rimini